LA GAZZETTA DELLE CAVE (Settembre ’14)

100_2442Rilevamento presenza Rana latastei

Fotografato esemplare di Rana Latastei alle cave di Marocco. E’ un importante documento che attesta ancora la sua presenza in questo ambiente. Ricordiamo che questo anfibio è uno dei motivi per il quale il Comitato cerca di salvaguardare quest’area, così come le direttive europee obbligano a fare. Il giovane esemplare è stato ritrovato fra l’edera umida nella cava a nord dello scolmatore, là dove le pioggie estive hanno mantenuto, mai quanto prima, un livello costante di acqua per tutto l’anno. Pur avendo abitudini più terrestri delle loro cugine, Rana latastei dipende dall’acqua per la sua covata. Sembra quindi che abbiano qui trovato un ambiente favorevole. La foto sopra è scattata alle cave, mentre il “confronto” sotto e la descrizione morfologica dei due anfibi sono liberamente tratti dal sito www.naturamediterraneo.com, che ringrazio. Un piccolo aiuto per tutti per riconoscere le due specie simili fra loro, che condividono lo stesso habitat, ma che hanno distribuzione e popolazioni differenti.

 “…in Rana latastei (foto di sinistra) la striatura bianca parte da appena sopra l’arto anteriore e continua fino all’altezza dell’occhio, fermandosi di netto… in Rana dalmatina (foto di destra) invece la striatura bianca continua fino sotto la narice. Rana latastei presenta spesso una gola marmorizzata, di colore rosato, bruno scuro. Rana dalmatina ha invece una gola quasi completamente bianca con pochissime punteggiature ai bordi…”imagesCAT4ZZJ3

 

LA GAZZETTA DELLE CAVE (Maggio ’13)

Diario di una passeggiata

E’ una giornata di sole all’inizio del mese di Maggio e decido di esplorare il bosco a nord dello scolmatore. Le piogge abbondanti hanno messo in risalto alcune cave immerse nella zona boscata e il giallo crescione anfibio (Rorippa amphibia) ne ha approfittato subito colonizzando quasi tutto lo specchio d’acqua. Superando la cava e inoltrandosi nella boscaglia l’acqua sembra formare nuovi paesaggi. E’ come essere nella giungla del Borneo: grosse liane e tronchi abbattuti.

A bordo del sentiero sorprendo una coppia di carbonassi (Coluber viridiflavus carbonarius) intenta ad amoreggiare aggrovigliandosi l’uno sull’altro. Non si accorgono immediatamente della mia presenza, li osservo e chiedendo scusa passo oltre. Sopra di me plana un airone e poco dopo comincia un sorta di richiamo proveniente dalla volta degli alberi. Cerco di individuarne l’origine e scopro che proviene da un nido di airone cenerino (Ardea cinerea), il quale con pazienza fa la guardia. E’ ora di tornare, ma mi fermo ancora ad osservare la nursery di giovani larve di ifantria americana (Hyphantria cunea) o bruco americano, una pianta di aglio orsino (Allium ursinum), che spunta dall’edera del sottobosco, e i fitti tappeti di pervinca (Vinca minor), ad indicare che il suolo, rispetto a qualche anno fa, si sta progressivamente “humificando”. Intanto canta il rigogolo, una rana salta e uno sciame di affamatissime zanzare mi attacca, tant’è che solo fuori dalla vegetazione mi permetto di curare le punture. Un fantastico pomeriggio!

 

LA GAZZETTA DELLE CAVE (Aprile’13)

Una coppia coraggiosa

È segnalata alle cave di Marocco la presenza di un coppia di Cygnus olor (cigno reale). Nella cava Pisani, protetta dal canneto, sembra aver trovato l’ambiente adatto per la nidificazione. Nella attigua cava più grande la coppia va spesso a “pascolare” nutrendosi dell’abbondante vegetazione acquatica. Non disdegna sicuramente anche qualche pesciolino, insetto o piccola rana. Speriamo che tutto vada per il meglio e che fra poco più di un  mese si possa osservare la prole a seguito. Consigliamo di non disturbare la femmina in cova e di non avvicinarsi troppo: il maschio è particolarmente protettivo. Come dargli torto!

Barufe ciosote

Sulla chioma di un pioppo alcune coppie di Ardea cinerea (airone cenerino) hanno costruito i loro nidi e la convivenza è spesso difficile.

 

Specie che vanno, specie che tornano

Catalogata nel 2006, sembrava essere scomparsa dalle cave. Trattasi di Sylibum marianum (cardo mariano), pianta poderosa, alta anche 1,5m, dall’aspetto inconfondibile. La foto risale alla metà di Aprile 2013 e rappresenta la rosetta basale della pianta. Solo il prossimo mese vedremo lo scapo fiorale e il fiore, viola e coronato di aculei. Una pericolosa bellezza!